domenica 11 settembre 2016

IL GRILLO E' NUDO


Come può ambire a governare la cosa pubblica e domani l’intero Paese un movimento che non ha delle regole e una vita democratica interna e che ha dimostrato, ben prima del caso romano, di non essere in grado di governare neanche se stesso? Che ha come garante della vita interna, e ultimo giudice dei dissidi, l’arbitrio del fondatore e padrone del movimento stesso? Certo anche gli altri partiti sono malati ma i 5 stelle non sono i dottori, sono un’altra malattia, più grave.

                                                                                                                                                                                                                                                        Claudio Martelli * - Panorama -16.9.2016 - N.37



“Non si ricorda un precedente simile neppure nei momenti più bui e durante le peggiori amministrazioni della città “ scrive Sergio Rizzo analizzando la guerra per bande interna al Movimento 5 stelle e il putsch con il quale il sindaco Virginia Raggi ha smontato l’organigramma della sua amministrazione. L’inviato di punta del Corriere della Sera, autore con Gian Antonio Stella del best seller da due milioni di copie sulla casta dei politici, le loro malefatte e i loro privilegi, di intrallazzi se ne intende e non si scandalizza facilmente.

Eppure analizzando le vicende dell’amministrazione capitolina rileva qualcosa in più rispetto ai metodi della vituperata partitocrazia: il dilettantismo di un personale politico manifestamente non all’altezza di governare. Giudizio ineccepibile purchè si dica a chiare lettere che il dilettantismo degli eletti dei 5 stelle non è “un di più”, un male ulteriore rispetto ad altra magagne. No, il dilettantismo, cioè l’impreparazione professionale, l’imperizia, l’inadeguatezza sono costitutivi del movimento creato da Beppe Grillo, sono il suo, il loro peccato originale e insieme un problema e un pericolo per la democrazia e la società italiana. Come può ambire a governare la cosa pubblica e domani l’intero Paese un movimento che non ha delle regole e una vita democratica interna e che ha dimostrato, ben prima del caso romano, di non essere in grado di governare neanche sé stesso? Come può governare una democrazia rappresentativa un partito che in radice la rifiuta? Che pratica una caricatura della democrazia diretta, scegliendo candidati e programmi attraverso consultazioni online, indette e manipolabili a discrezione da una società informatica privata? Che ha come garante della vita interna e ultimo giudice dei dissidi l’arbitrio del fondatore e padrone del movimento stesso? Sicchè in un caso di applica il garantismo e in un altro il giustizialismo. Da Parma a Livorno, da Gela a Bagheria a Quarto, ovunque il movimento abbia vinto e amministri il potere, sono sorti al suo interno dissidi insanabili sfociati in dimissioni, scissioni, espulsioni. Certo anche gli altri partiti sono malati ma i 5 stelle non sono i dottori, sono un’altra malattia, più grave.

* Claudio Martelli, giornalista e conduttore televisivo
   V.Presidente del Consiglio dei Ministri (1989-1992) e Ministro della Giustizia (1991-1993)