Come può ambire a governare la cosa pubblica e
domani l’intero Paese un movimento che non ha delle regole e una vita
democratica interna e che ha dimostrato, ben prima del caso romano, di non
essere in grado di governare neanche se stesso? Che ha come garante della vita
interna, e ultimo giudice dei dissidi, l’arbitrio del fondatore e padrone del
movimento stesso? Certo anche gli altri partiti sono malati ma i 5 stelle non
sono i dottori, sono un’altra malattia, più grave.
Claudio Martelli * - Panorama -16.9.2016 - N.37
“Non si ricorda un
precedente simile neppure nei momenti più bui e durante le peggiori
amministrazioni della città “ scrive Sergio Rizzo analizzando la guerra per
bande interna al Movimento 5 stelle e il putsch con il quale il sindaco
Virginia Raggi ha smontato l’organigramma della sua amministrazione. L’inviato
di punta del Corriere della Sera,
autore con Gian Antonio Stella del best seller da due milioni di copie sulla
casta dei politici, le loro malefatte e i loro privilegi, di intrallazzi se ne
intende e non si scandalizza facilmente.
Eppure analizzando le
vicende dell’amministrazione capitolina rileva qualcosa in più rispetto ai
metodi della vituperata partitocrazia: il dilettantismo di un personale
politico manifestamente non all’altezza di governare. Giudizio ineccepibile
purchè si dica a chiare lettere che il dilettantismo degli eletti dei 5 stelle
non è “un di più”, un male ulteriore rispetto ad altra magagne. No, il
dilettantismo, cioè l’impreparazione professionale, l’imperizia,
l’inadeguatezza sono costitutivi del movimento creato da Beppe Grillo, sono il
suo, il loro peccato originale e insieme un problema e un pericolo per la
democrazia e la società italiana. Come può ambire a governare la cosa pubblica
e domani l’intero Paese un movimento che non ha delle regole e una vita
democratica interna e che ha dimostrato, ben prima del caso romano, di non
essere in grado di governare neanche sé stesso? Come può governare una
democrazia rappresentativa un partito che in radice la rifiuta? Che pratica una
caricatura della democrazia diretta, scegliendo candidati e programmi
attraverso consultazioni online, indette e manipolabili a discrezione da una
società informatica privata? Che ha come garante della vita interna e ultimo
giudice dei dissidi l’arbitrio del fondatore e padrone del movimento stesso?
Sicchè in un caso di applica il garantismo e in un altro il giustizialismo. Da
Parma a Livorno, da Gela a Bagheria a Quarto, ovunque il movimento abbia vinto
e amministri il potere, sono sorti al suo interno dissidi insanabili sfociati
in dimissioni, scissioni, espulsioni. Certo anche gli altri partiti sono malati
ma i 5 stelle non sono i dottori, sono un’altra malattia, più grave.
* Claudio Martelli, giornalista e conduttore televisivo
V.Presidente del Consiglio dei Ministri (1989-1992) e Ministro della Giustizia (1991-1993)