Sarà lui stesso, sul letto d’ospedale, poco prima di morire, a
enfatizzare lo spirito che l’ha sempre contraddistinto, scrivendo: «L’essere
quel che sono mi ha penalizzato. La professionalità dovrebbe essere l’unico
elemento di giudizio, dovrebbe essere sempre presente nella valutazione delle
capacità di un investigatore. E invece no! È obbligatorio obbedire agli ordini
superiori al di là di ogni logica, al di là di ogni buon senso e così la
carriera è assicurata». E ancora: «Per fare carriera devi essere quel che non
sei. Devi uniformarti al comportamento della massa. Non devi discutere le
decisioni dei superiori. Soprattutto non devi dimostrare che ne sai di più di
chi deve decidere!». Sono queste le regole per avere successo in polizia, ma
Roberto non si piega e qualcuno nell’ambiente non gli perdona il suo odio per
la neutralità”.