Aldo Maturo
Il 1980 chiuse un
decennio terribile della nostra Repubblica (gli anni '70). Nel solo 1977 ci furono 2128 azioni terroristiche, in media sei al giorno. Nel 1975 erano state 702 e 1198 nel 1976. Il 1980 ne aprì un altro
che ha segnato la storia del Paese con la scia del sangue di 23 vittime tra
magistrati e poliziotti e le 166 morte nelle stragi dell'aereo di Ustica e della stazione di Bologna. Nessuno, tra quelli
impegnati sui diversi fronti della lotta al terrorismo, poteva essere sicuro di
essere graziato e di poter vedere il giorno dopo. Il 18 marzo venne colpito
anche Girolamo Minervini, magistrato, a 24 ore dalla nomina a Direttore
Generale degli Istituti di Prevenzione e Pena. Viaggiava senza scorta,
rifiutata per non mettere in pericolo la vita di chi avrebbe dovuto
proteggerlo.
Comincio l'elenco con il giudice Minervini, il giudice D'Urso e il
Generale Galvaligi, solo per il grande affetto e la grande stima che mi legava a loro.
Girolamo Minervini |
8 marzo : Girolamo
Minervini - La mattina del 18 marzo 1980 un gruppo di fuoco
delle Brigate Rosse uccide a Roma il Magistrato
Girolamo Minervini a bordo di un autobus, il numero 991, in via Ruggero di
Lauria, mentre si recava al lavoro come Procuratore Generale della
Cassazione. Massimo esperto del sistema carcerario, neppure la sua tenace
opposizione all'istituzione delle supercarceri, lo aveva salvato.
Era su quell’autobus
perché, nonostante il questore di Roma Augusto Isgrò gli avesse imposto
la scorta, lui rifiutò. Non intendeva "far ammazzare tre o quattro poveri
ragazzi", spiegò al figlio, Mauro due giorni prima di morire.
L'Autobus 991 |
Erano passati
soltanto due anni da via Fani (16 marzo 1978) e in molti era ancora vivo lo struggente ricordo dello sterminio degli uomini di scorta nel corso del
sequestro Moro. E Minervini aggiunse: "In guerra un Generale non può
rifiutare di andare in un posto dove si muore". Era il 16 marzo 1980.
Due giorni dopo, due
brigatisti, Francesco Piccioni e Sandro Padula, salirono con lui sull’autobus
che lo stava portando al lavoro. 24 ore prima l’allora presidente del
Consiglio, Francesco Cossiga gli aveva comunicato la sua nomina a Direttore
Generale degli Istituti di Prevenzione e Pena, la carica che corrisponde all'attuale
Capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria (DAP).
Il biglietto inviatomi dalla famiglia D'Urso - |
Un caro ricordo del Gen.Galvaligi |
31 dicembre:
Generale Enrico Rizziero Galvaligi - Il Generale dei Carabinieri
Galvaligi è Vice Comandante dell'Ufficio per il coordinamento dei servizi di
sicurezza nelle carceri, braccio destro del generale Dalla Chiesa prima e del
Generale Risi, successivamente. L'agguato avviene la sera del 31 dicembre
al rientro del Generale e della moglie dalla Messa in parrocchia vicino
casa. Avvicinandolo con la scusa della consegna di un pacco, due
terroristi gli sparano cinque colpi.
6 gennaio: Piersanti
Mattarella - a Palermo viene ucciso dalla mafia il Presidente
democristiano della Regione Siciliana Piersanti Mattarella. Stava
tentando di costituire una giunta con la partecipazione del PCI.
8 gennaio: Antonio
Cestari, Rocco Santoro, Michele Tatulli - I tre agenti di Polizia di
Stato, in servizio presso il commissariato di Porta Ticinese della Questura di
Milano, svolgono, la mattina dell’8 gennaio 1980, un compito di perlustrazione
della parte sud della città con un’auto civetta ed in borghese. Il
traffico del mattino è intenso e l’auto dei tre poliziotti viene speronata,
alle 8,15 in via Schievano, da una 128 bianca che in realtà li sta seguendo da
un po’ di tempo. I poliziotti pensano ad una casualità, ma è un attentato in
piena regola: gli occupanti della 128 iniziano a sparare a raffica con armi
automatiche. Gli agenti non hanno possibilità di reazione e muoiono sul colpo
riversi sui sedili. L’attentato viene rivendicato dalle Brigate
Rosse Colonna Waler Alasia, motivandolo come benvenuto al Generale Dalla
Chiesa appena giunto a Milano.
25 gennaio: Emanuele
Tuttobene, Antonino Casu - Assassinati intorno alle 13.15: la loro auto è
intercettata dai terroristi che scaricano le loro pistole contro il Tenente
Colonnello Tuttobene e il suo autista Appuntato dei Carabinieri Antonino
Casu. Tuttobene è a Genova dal 1962 prima come Comandante della
Compagnia centrale e poi come capo di “Operazioni, Addestramento, Informazioni,
Ordinamento” (OAIO).
6 febbraio: Legge
Cossiga
- viene emanata la cosiddetta "Legge Cossiga" (legge n. 15 del 6
febbraio), che prevede condanne sostanziali per chi venga giudicato colpevole
di "terrorismo" ed estende ulteriormente i poteri della Polizia.
12 febbraio:
Vittorio Bachelet - Il 12 febbraio, a Roma, alle 11.45, il professore di
diritto amministrativo e Vice Presidente del Consiglio Superiore della
Magistratura, Vittorio Bachelet, ha appena finito la sua lezione all'università
La Sapienza. Esce dall'aula insieme alla sua assistente Rosy Bindi, scende
pochi scalini e, arrivato sul ballatoio, sta per tornare indietro quando una
ragazza gli afferra una spalla, lo costringe a girarsi e gli scarica otto colpi
di pistola addosso. Accanto alla terrorista, un secondo killer, si china sul
professore, già in pozza di sangue, e gli spara altri 4 colpi e un ultimo colpo
alla tempia. Al panico che si crea i due terroristi, confusi tra gli studenti,
aggiungono urlando che c’è una bomba. Gli assassini, pertanto, riescono a
dileguarsi nel caos scatenato da quella voce e nonostante il presidio presente
quel giorno in Università, in occasione di una tavola rotonda sul terrorismo.
19 febbraio: Arresto
di Patrizio Peci - Il 19 febbraio 1980 a Torino, in Piazza Vittorio, i
Carabinieri del Generale Carlo Alberto dalla Chiesa arrestarono prima
Patrizio Peci e quindi Rocco Micaletto; anche se Peci nelle sue memorie ritiene
che la cattura avvenne per un caso fortuito, in realtà i carabinieri da alcuni
mesi avevano individuato e controllato i due importanti dirigenti della colonna
torinese. Dopo alcune settimane di detenzione, Patrizio Peci prese la
sorprendente e inattesa decisione di collaborare con i Carabinieri; il
brigatista ebbe anche un colloquio con il Generale Dalla Chiesa, quindi iniziò
a fornire al Colonnello Nicolò Bozzo, uno dei principali collaboratori del
Generale, informazioni dettagliate sulla struttura dell'organizzazione, le sue
basi, i suoi militanti ed i responsabili degli attentati di cui era a
conoscenza.
16 marzo: Nicola
Giacumbi - Nicola Giacumbi, Procuratore Generale della Repubblica a
Salerno, sta rientrando a casa da una passeggiata con la moglie. Ha appena
inserito la chiave nella serratura della propria abitazione quando viene
raggiunto alle spalle da 10 colpi di pistola col silenziatore. La moglie,
sfiorata da un proiettile alla nuca, sviene prim'ancora di sapere se il marito
è morto... "abbiamo ucciso un servo dello Stato", diranno le
"squadre armate marxiste-leniniste" in una telefonata.
19 marzo:
Guido Galli - Poco più di 24 ore dopo dell'omicidio Minervini,
all'interno dell'università Statale di Milano, il giudice Guido Galli, padre di
cinque figli, viene barbaramente ucciso da quello che, probabilmente, è
l'ultimo nucleo combattente di Prima linea. In quattro, sempre freddi e
determinati, dopo il criminale gesto, escono tranquillamente dell'Università, e
spariscono. I killer sono entrati ed usciti dall'Ateneo in bicicletta. Guido
Galli era titolare delle indagini su Prima linea ma soprattutto 'colpevole' di
aver rinviato a giudizio Corrado Alunni.
28 marzo: 4 BRIGATISTI
- a Genova, in un appartamento in via Umberto Fracchia 12, nella notte del
28 marzo 1980. Grazie alle informazioni fornite dal militante
delle Brigate Rosse Patrizio Peci, arrestato il 19 febbraio
a Torino, i Carabinieri del Generale Carlo Alberto dalla
Chiesa poterono individuare l'importante base dell'organizzazione
terroristica e organizzare di notte un'irruzione all'interno dell'appartamento. L'azione
si concluse con un violento conflitto a fuoco che provocò la morte dei quattro
brigatisti presenti, tre militanti clandestini delle colonne genovese e
torinese, la giovane proprietaria dell'appartamento e il ferimento del
Maresciallo dei Carabinieri Rinaldo Benà. Le modalità dell'irruzione e l'esatta
dinamica dei fatti rimasero non del tutto chiari e suscitarono polemiche,
facendo sorgere dubbi sull'operato dei carabinieri e sull'effettiva necessità
di uccidere tutti i brigatisti sorpresi dell'appartamento.
4 maggio: Emanuele
Basile
- A Palermo la mafia uccide il Capitano dei Carabinieri Emanuele
Basile, impegnato in un’importante indagine sul narcotraffico. Medaglia
d'oro al valor civile alla memoria, la sera del 4
maggio 1980 mentre con la figlia Barbara di quattro anni e la moglie
Silvana Musanti aspetta di assistere allo spettacolo pirotecnico della festa
del Santissimo Crocefisso a Monreale, un killer mafioso gli spara alle
spalle e poi fugge in auto atteso da due complici. Basile viene trasportato
all'ospedale di Palermo dove i medici tenteranno di salvargli la vita con
un delicato intervento chirurgico ma il carabiniere morirà durante
l'operazione lasciando nel dolore la moglie e lo stesso Paolo
Borsellino che era corso in ospedale.
12 maggio: Alfredo
Albanese - Commissario Capo di P.S. di Venezia, responsabile della
Sezione Antiterrorismo, Vice Questore aggiunto. Medaglia d'oro al valor civile
alla memoria, opera in stretta collaborazione con il giudice Calogero ed
il generale Dalla Chiesa. Nei pressi della sua abitazione, è affrontato da
un commando delle Brigate Rosse e crivellato di colpi. Muore durante il
trasporto al policlinico Umberto I, lasciando la moglie Teresa in attesa del
primo figlio.
28 maggio: Walter
Tobagi
- Il 28 maggio, a Milano, quattro brigatisti del gruppo '28 marzo',
uccidono vigliaccamente il giornalista Walter Tobagi, 33 anni, inviato del
Corriere della Sera e docente di Storia Contemporanea. Il killer delle BR,
Marco Barbone di origine barese, pentito e libero fin dal 1984, gli scaricò
cinque colpi di pistola nella schiena. Walter Tobagi - scrive Giovanni Russo
per la Gazzetta - è stato ucciso per colpire tutti i giornalisti che non
servono il potere, che lo criticano anche severamente ma che si battono nello
stesso tempo per modificare il modo con cui si fa politica nel nostro Paese. Lo
sapeva - scrive Sabino Aquaviva - me lo ha spiegato lui stesso: si colpiscono
coloro che scavano nel fenomeno per capirlo, che con il loro lavoro obiettivo e
sereno sono, forse, più pericolosi di altri che 'sparano' contro la guerriglia.
Ecco perché Tobagi.
28 maggio: Francesco
Evangelista - a Roma, tre agenti della Polizia di Stato in
borghese, di guardia al più popoloso Liceo della Capitale "Giulio
Cesare", vengono avvicinati e crivellati da 18 colpi di pistola col
silenziatore dall'ennesimo 'commando' brigatista: l'agente Franco Evangelisti
resta ucciso, gli altri due, feriti gravemente.
19 giugno : Pasquale
Viale
- Nel carcere delle Nuove di Torino viene ucciso dai brigatisti il
detenuto Pasquale Viale.
23 giugno : Mario
Amato
- a Roma, il sostituto procuratore, Mario Amato, è in attesa dell'autobus.
Una moto con due giovani a bordo si ferma a pochi metri dal Giudice. Il
passeggero scende, tira fuori la pistola e con un unico colpo alla nuca, lo
uccide. Amato è titolare di tutte le inchieste sull'eversione nera a Roma e nel
Lazio. Sapeva che il suo nome era su una lista di Magistrati da eliminare, ma
ugualmente, viaggiava senza scorta. L'aveva chiesta, ma non era riuscito ad
ottenerla. Il capo della procura romana, Giovanni De Matteo, riteneva
'fantasiose' le inchieste di Amato negandogli perfino un aiuto.
27 giugno: Strage di
Ustica
- nella sera di venerdì 27 giugno 1980, un aereo di
linea Douglas DC-9 della compagnia aerea italiana Itavia, decollato
dall'Aeroporto di Bologna e diretto all'Aeroporto di Palermo, si squarciò
in volo all'improvviso e cadde nel braccio di mare compreso tra le isole
tirreniche di Ustica e Ponza. Nell'evento persero la vita
tutti gli 81 occupanti dell'aereo.
2 luglio: Ugo Benazzi - Il detenuto
nel carcere di Cuneo, Ugo Benazzi, viene ucciso dai NAP.
2 agosto: strage
della Stazione di Bologna - Nell'attentato rimasero uccise 85 persone ed
oltre 200 rimasero ferite.
6 agosto: Gaetano
Costa
- Procuratore Capo di Palermo all'inizio degli anni ottanta. Fu
assassinato dalla mafia mentre sfogliava dei libri su una bancarella, sita
in un marciapiede di via Cavour a Palermo, a due passi da casa sua,
freddato da tre colpi di pistola sparatigli alle spalle da due killer in moto.
Causa di quella spietata esecuzione, il fatto che egli avesse firmato
personalmente dei mandati di cattura nei confronti del boss Rosario
Spatola ed alcuni dei suoi uomini che altri suoi colleghi si erano
rifiutati di firmare.
27 ottobre:
Biagio Inquinto, Francesco Zarrillo - due detenuti comuni nel
carcere di Badde ’e Carros (NU), sono uccisi durante una rivolta dalle BR.
23 novembre – Terremoto
dell’Irpinia - Una violenta scossa di terremoto, con epicentro
nell’Irpinia, sconvolge una vasta zona della Campania e della Basilicata: 6000
morti, 10.000 feriti, 300.000 senzatetto
1 dicembre: Giuseppe
Furci
- Direttore sanitario del centro clinico del carcere di Regina
Coeli da cui dipendevano i rilasci, i ricoveri e i trasferimenti dei
detenuti, viene ucciso dalle Brigate Rosse con due colpi di pistola
alla nuca.
24 dicembre: Chiude
il Carcere dell’Asinara - senza alcun annuncio, scatta all’Asinara “l’ora
zero”. Tutti i detenuti rinchiusi nel braccio speciale (dei Fornelli) vengono
trasferiti con destinazione ignota.
27
dicembre: La rivolta del carcere di Trani - Scoppia una rivolta
nel carcere di Trani: 18 Agenti di Custodia sono presi in
ostaggio da un gruppo di 70 detenuti. Chiedono la liberazione di tutti i
"prigionieri politici" in cambio della liberazione del Giudice
D'Urso. Ventiquattro ore dopo la rivolta è sedata da un blitz
dei NOCS e del GIS.