sabato 22 marzo 2014

UNO TSUNAMI DI DISPERATI



Arrivano stasera a Pesaro, ospitati momentaneamente all'Hotel Astoria in viale Trieste, 40 profughi africani e altri ne arriveranno perchè a Siracusa ne sono arrivati tremila in 2 giorni.


 Aldo Maturo
 




 
Ma davvero possiamo immaginare di poter arginare con le espulsioni l’invasione di immigrati in  Italia  e in Europa quando di 6 miliardi e mezzo di abitanti sul pianeta  solo  960 milioni risiedono nei Paesi sviluppati?

Uno studio delle Nazioni Unite ha fatto delle proiezioni demografiche calcolando che al ritmo di nascite attuali nel 2050 la popolazione della Terra sarà di 8,9 miliardi di persone. La Terra riuscirà ad alimentare nove miliardi di persone?



Con l’attuale distribuzione delle risorse sul pianeta sicuramente no, se è vero che già oggi oltre 800 milioni di persone soffrono la fame più nera e tra questi ci sono 200 milioni di bambini. Non stanno meglio in altri 32 Paesi dove due miliardi di abitanti hanno ogni giorno problemi di emergenza alimentare ed un miliardo non ha accesso all’acqua potabile, con la morte di milioni e milioni di persone.

L’Occidente spende ogni anno 1.000 miliardi di dollari in armi e per ogni minuto in meno di guerra in Iraq si potrebbe migliorare il vitto ad almeno 610.000 persone o vaccinare i bambini dei Paesi poveri salvandoli dalle malattie e dalla morte. Due miliardi e mezzo di persone vivono con circa due dollari al giorno e tutte insieme non possiedono i beni e le ricchezze che sono in possesso delle 220 persone più ricche del mondo. Sono dati impressionanti ove si pensi che in Europa e negli Stati Uniti si spendono 17 miliardi di euro per gli animali domestici e  solo in Europa 11 miliardi di euro per l’acquisto dei gelati.

In India ci sono 35 città con più di un milione di abitanti,  in Cina ce ne sono 45. Vivono in maggioranza denutriti, alle soglie della povertà e della fame. Una tale caratteristica li accomuna agli abitanti di alcuni Paesi del Medio Oriente e dell’Africa dove in alcun regioni l’80% ha gli stessi problemi di sopravvivenza quotidiana che si aggiungono alla mancanza di libertà, di diritti, di giustizia, di democrazia.

Ci sono Paesi in cui l’unica prospettiva è morire per fame o morire per guerre volute da altri, dalle oligarchie del potere, da quelle delle armi e delle risorse naturali.

Secondo la Caritas  sarebbero 192 milioni le persone  che vagano in cerca di “un posto al sole”. Bisogna pensare che è ancora ben poca cosa rispetto a quelli che si metteranno in marcia quando la disperazione li farà scegliere tra mettersi in movimento o morire di fame a casa loro.

Si prepara uno tsunami umano da dimensioni bibliche e noi pretendiamo di fermarlo barricandoci a Lampedusa o nelle nostre coste felici?
Come si può pensare di combattere con i decreti le masse che vivono in uno stato di degrado e di povertà assoluta, che hanno ancora negli occhi il terrore delle loro terre devastate dalla fame, dalla guerra, dalla carestia, dai cadaveri dei loro cari, da una traversata che è stata l’ultima scommessa per la vita?

In  Europa questa invasione è  iniziata da tempo e su circa 500 milioni di abitanti quasi 50 milioni sono cittadini stranieri, provenienti in buona parte dalla Russia ed altri Paesi dell’Est, Turchia,  Balcani, Africa, Cina, India, Sudamerica.
Noi, con la nostra posizione geografica protesa verso l’Africa, siamo un naturale pontile di salvataggio, uno dei Paesi europei con la più massiccia presenza di immigrati. Li accogliamo e li respingiamo a migliaia anche se poi in realtà solo 3 su 10 lasciano il Paese per puntare, dopo un gran giro,  verso altri lidi.
Il Sole24 ore ha scritto che “l’irregolarità degli stranieri abita in tutta Italia ma fa più paura al Nord che assorbe, con il Centro, la maggioranza dei 650.000 “irregolari”.

A quanti italiani questa situazione fa comodo perché li utilizza come manodopera a buon prezzo, non raramente a  zero prezzo, sapendo che non possono rivendicare nulla perché sarebbero immediatamente espulsi?


Il V.Direttore Generale della FAO, Ghanem, ha previsto essere necessari interventi tampone per 30 miliardi di dollari l’anno. Nella logica mondiale dei numeri non è un’enormità visto che la guerra in Iraq costerà solo agli Stati Uniti due trilioni di dollari  che tradotto in lire diventa un improponibile scioglilingua.

Non si può stare a guardare né ci si può illudere di risolvere il problema da soli senza una cooperazione internazionale che non sia la solita passerella tv con immancabile foto ricordo dei Grandi della Terra.

Abbiamo il diritto-dovere di proteggerci dalle orde di criminali che si infiltrano tra questi disperati, ma non possiamo arginare con i decreti e le espulsioni un fenomeno che trova la sua origine nell’istinto di sopravvivenza di masse che esondano da terre lontane come un immenso tsunami, travolgendo steccati e culture, per dirigersi in maniera inarrestabile lì dove pensano di poter trovare semplicemente la vita.

(da "Cronache e...dintorni - Aldo Maturo, 5 ottobre 2013 - Ediz.Nous - 2014)