mercoledì 26 marzo 2014

NECK NOMINATION: MORIRE PER SCOMMESSA



Neck Nomination. Si chiama così l’ultima folle moda che si sta diffondendo tra i teenagers di tutto il mondo. Nata in Australia si è diffusa velocemente negli Stati Uniti, Inghilterra e centro Europa, portando con sè una catena di morte e distruzione. I ragazzi di tutte le età vengono ripresi mentre ingeriscono quantitativi di alcool pericolosissimi sfidando poi tre amici a fare di meglio entro 24 ore, pena essere derisi, caricando in seguito i vari video sul web e sui social networks. Proprio dal collo delle bottiglie che i partecipanti a questo nuovo drinking game si scolano deriva il nome Neck Nomination.

 Roberto Loizzo - Criminologo Forense - 10.3.2014, Il Corriere delle Puglie

Iniziato come un banale gioco tra amici è diventato qualcosa di più. La voglia di vincere la sfida fa sì che questa assurda catena diventi sempre più lunga e dannosa. La Neck Nomination è un fenomeno in 4 atti. Atto primo: ci si attacca al collo della bottiglia a contenuto alcolico o superalcolico. Atto secondo: si compie una bravata da ubriachi. Atto terzo: si posta il tutto in rete. Atto quarto: si nomina qualcuno che entro 24 ore deve fare lo stesso. 

I ragazzi in stato psico-fisico alterato si cimentano in sfide assurde mettendo in pericolo la propria vita e quella altrui. C’è chi si è ripreso ubriaco alla guida o chi è entrato a cavallo all’interno di un supermercato. L’ultima assurdità più cliccata sul web è il video di una ragazza che, entrata in un negozio, inizia a bere per poi spogliarsi e farsi filmare. E’ impressionante vedere come i tantissimi nominati non riescono a sottrarsi dal portare avanti questa pericolosa catena, contribuendo ad ampliarla.


Una moda molto pericolosa questa che ha portato alla morte già diversi giovani tra Australia ed Inghilterra. Si parla di una decina di giovani morti per overdose di alcol o per le conseguenze delle bravate compiute in stato di ebbrezza o incoscienza. Il web reagisce vedendo la nascita di molti gruppi contro questa nuova moda, una mamma posta su Facebook la foto del figlio che ha rischiato il coma etilico. Le varie associazioni genitori chiedono sempre più intensamente una forma di protezione contro la diffusione di questi video sentendosi rispondere, come nel caso del celebre social network, che la pubblicazione dei video non viola nessuna legge.
Il fenomeno sta arrivando anche in Italia e sono diversi i video che testimoniano la bravata nella nostra penisola. E’ di ieri la notizia di due baristi della provincia di Pordenone denunciati per aver somministrato bevande alcoliche a sette minorenni, alcuni dei quali impegnati in una Neck nomination. E’ proprio dall’Italia, però, che arriva il primo NO! a questo fenomeno ed è la prima volta che questa catena pericolosa viene spezzata. Proprio in questi giorni è diventato virale il video di Carlo Alberto, studente di giurisprudenza di Torino, che ha risposto alla nomina con una tazza di aranciata dicendo: <<Ringrazio per la nomination, e vorrei dire che il fare un video della bevuta, con l’alcolico da bere a goccia, é una grandissima stronz… Quindi ripigliatevi, alla salute>>. Da qui è stato anche creato un hashtag apposito, #ChangeNomination, per quanti intendano dire la loro contro il Neck Nominate.


Non si tratta di un problema di dipendenza alcolica. Questi comportamenti estremi esprimono un profondo bisogno di riconoscimento e di essere visti. I giovani sono alla ricerca di un attestato relativo alla loro identità, al loro valore e alla loro diversità rispetto agli adulti.
I danni causati dall’alcol sia a livello celebrale che finico sono ben noti ma l’analisi del fenomeno apre la strada ad altre considerazioni. Un aspetto importante di questo fenomeno è che si è di fronte ad un gioco di dimostrazione globale, in cui si mette in primo piano la propria immagine, la propria vanità, di fronte a tutti e a qualsiasi costo: rischiare la morte piuttosto che non mostrarsi.
Questo fenomeno aggiunge un altro elemento in più; quello del “doverci essere”. Tra i giovani, vivere attraverso i social ormai è quasi d’obbligo. La percezione, per lo più distorta, è che, se non partecipi non ci sei, non esisti per la comunità. E soprattutto se non condividi con gli “altri”, chiunque essi siano, non hai la stessa gratificazione ottenuto dal gesto.
Per il momento in Italia, i ragazzi non lo stanno facendo con i super alcolici che sono la principale causa di morte;  il gioco si sta “limitando” nel  bere una bottiglia di birra, alcuni lo chiamo infatti il “gioco della birra“. Da evitare comunque, perchè sarebbe meglio mettersi in mostra per altre cose e non per queste inutili e pericolose bravate.