mercoledì 4 dicembre 2013

PORCELLUM : COSI' E' SE VI PARE

4 dicembre 2013 - La Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale delle norme della legge elettorale n. 270/2005 (Porcellum). Ripropongo il mio viaggio nel Porcellum, un viaggio fatto in punta di piedi nel sistema elettorale più antidemocratico della nostra storia repubblicana.


Aldo Maturo

Porcellum  deriva da “porcata”, termine usato dal ministro Calderoli, estensore della legge, per definire il sistema elettorale da lui stesso creato. Prima del Porcellum abbiamo avuto il Mattarellum, legge elettorale del 1993 (da Sergio Mattarella, deputato D.C.) e, per le elezioni regionali, la Tatarellum (da Giuseppe Tatarella, deputato di AN):  la declinazione latina era stata inventata da Sartori sul Corriere della Sera ed è diventata poi  ricorrente denominazione giornalistica per individuare le varie leggi elettorali.
    Quello che segue è un viaggio fatto in punta di piedi nel sistema elettorale più antidemocratico della  nostra storia repubblicana, inventato per assicurare alle segreterie dei  partiti il controllo completo del Parlamento, “designando”  parlamentari-peones-yes man con analogie non molto dissimili dalle parodie elettorali che si svolgono nei paesi dittatoriali.

    Ed allora turiamoci il naso e cominciamo.
Per eleggere i deputati  l’Italia è stata suddivisa in 26 circoscrizioni che devono esprimere  617 “eletti”. Altri 12 sono “eletti” nelle circoscrizioni estere e 1 in Val d’Aosta, per un totale di 630.

    I 315 senatori, invece,sono “eletti” in  20 circoscrizioni, una per ogni regione e 6 provengono dalla circoscrizione estera. Ogni regione deve avere almeno 7 senatori ad eccezione del Molise che ne ha  2 e della Valle d’Aosta 1. Del Senato fanno parte poi i senatori a vita e gli ex Presidenti della Repubblica.

    Per trasformare in seggi i voti attribuiti a un partito/lista i sistemi elettorali più classici erano il proporzionale e il maggioritario.

    Con il proporzionale i seggi sono attribuiti in proporzione al numero di voti ottenuti dal partito e con il maggioritario vince il partito/lista/coalizione che ha ottenuto il maggior numero di voti.

    Il Porcellum (L.21.12.2005 n.270) voleva essere una via di mezzo miscelando il sistema proporzionale con un premio di maggioranza.

    In realtà con il Porcellum l’elettore non esprime preferenze per l’uno o l’altro candidato ma  riceve una scheda per la Camera ed una per il Senato e può esprimere il suo voto su liste bloccate riportate sotto il simbolo del partito prescelto, senza possibilità di indicare preferenze individuali sul singolo candidato. E’ per questo che si dice che con il Porcellum i deputati e i senatori non sono “eletti” ma sono “designati” dalle Segreterie dei partiti e all’elettore resta solo una sorta di “ratifica”. I seggi saranno assegnati ai partiti secondo l’ordine di elencazione dei candidati nelle singole liste (viene eletto il primo, poi il secondo, il terzo e via via a scorrere secondo i voti ottenuti dalla lista)

    Il Porcellum, voluto dalla coalizione Lega-PDL nel loro periodo di massima espansione, ha sbaraccato il Parlamento da tutti i partiti minori prevedendo la “soglia di sbarramento”, meccanismo con il quale  si escludono i mini partiti che non hanno raggiunto un numero di voti minimo predeterminato (il 4% dei voti validi, se da soli, e il 10% se in coalizione, a condizione che almeno uno dei partiti della coalizione abbia ottenuto il 2% dei voti validi in campo nazionale).

    A elezioni ultimate si calcoleranno, per la Camera, tutti i voti ottenuti nelle 26 circoscrizioni dai singoli partiti e dalle coalizioni che hanno superato la soglia di sbarramento e si verificherà a questo punto se un partito, una coalizione o una lista singola ha ottenuto da sola, per il numero dei voti ottenuti, i 340 seggi previsti dal sistema. Se nessuno ha conseguito tale risultato, alla lista più votata si attribuiranno d’ufficio 340 seggi (in applicazione del famoso  “Premio di Maggioranza”). Le altre coalizioni e gli altri partiti “singoli” si suddivideranno  i rimanenti 277 seggi in proporzione dei voti ottenuti. E’ chiaro che se la coalizione o la lista vincente ha avuto, autonomamente, più di 340 seggi, si terrà tutti quelli che ha eletto e agli altri andranno non 277 seggi ma la differenza tra quelli ottenuti dalla maggioranza  e i seggi residui. Grazie al Premio di Maggioranza, quindi,  basta un solo voto più delle altre liste per portare a casa 340 parlamentari (che possono essere molti di più di quelli che gli elettori volevano attribuire a quella lista o coalizione).

    Una volta calcolato che a un partito, a livello nazionale, spettano X seggi, si procederà alla suddivisione di questi seggi, sempre in maniera proporzionale ai voti ottenuti, nelle varie sedi circoscrizionali periferiche. Ogni partito quindi saprà quanti deputati ha “eletto” nella singola circoscrizione ed è chiaro che gli “eletti” saranno i nominativi indicati per primi nella lista, secondo la collocazione progressiva in lista predisposta dai partiti, senza che a monte vi sia stata alcuna preferenza da parte degli elettori. E’ il partito che decide perché è il partito che, nel formare la lista, ha scelto l’ordine di elencazione dei candidati, che andranno alla Camera non per le singole preferenze ottenute ma per la semplice collocazione nei primi posti della lista voluta dalla segreteria del partito.

    Per il Senato abbiamo detto che i senatori vengono eletti in 20 circoscrizioni, una per ogni regione. Mentre alla Camera il Premio di maggioranza è su base nazionale, al Senato è attribuito su base regionale. Si  verifica se la lista o la coalizione più votata ha conseguito da sola il 55% dei seggi assegnati alla Regione. Se ciò non è avvenuto, le vengono assegnati tanti ulteriori seggi fino a raggiungere il 55% dei seggi della regione e i seggi residui vengono ripartiti fra le altre coalizioni o liste singole. Anche in questo caso vengono “eletti” i candidati compresi nelle liste secondo l’ordine di elencazione e non per i voti individuali ricevuti. L’attribuzione del 55% dei seggi, fatta “d’ufficio”, può falsare quella che è stata la volontà degli elettori. Il “Premio di maggioranza” non è previsto in Molise, Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Circoscrizione Estera.

    Come si è visto è un meccanismo micidiale, completamente gestito dalle Segreterie dei partiti che sono le sole a decidere chi deve essere “designato” o, meglio, essere cooptato nella schiera della casta. Al cittadino che ancora va a votare non resta che ratificare la scelta fatta dal suo partito.

    La lotta di questi giorni per un nuovo sistema elettorale fa stare in fibrillazione le Segreterie dei partiti, tutte indistintamente, perché una radicale modifica del porcellum non consentirà più di “designare” i parlamentari di loro fiducia. Con un nuovo sistema elettorale – se non s’inventano qualche altro cavillo -  potrebbero restare a spasso uomini di partito che fin’ora dormivano sogni tranquilli perché “blindati” in “listini” di sicurezza su cui l’elettore non aveva alcun potere decisionale.