Una breve guida
pratica per arrivare preparati alle urne il prossimo 4 marzo.
di Valeria
Zeppilli – 3 febbraio 2018
Le elezioni
indette per il prossimo 4 marzo per la prima volta stabiliranno la nuova
composizione di Camera e Senato in forza della nuova legge elettorale, il cd.
Rosatellum-bis.
- Cosa prevede il Rosatellum-bis
- Chi viene eletto
- Quote di genere e altri aspetti della legge elettorale
- Come si vota
Cosa prevede il
Rosatellum-bis
Tale legge
prevede, nel dettaglio, un sistema misto maggioritario-proporzionale con
232 collegi uninominali con il maggioritario e 386 collegi plurinominali con il
proporzionale per la Camera e 116 collegi uninominali con il maggioritario e
193 collegi plurinominali con il proporzionale per il Senato. Ogni seggio avrà
il proprio vincitore.
I deputati e
i senatori eletti nella circoscrizione estero, infine, saranno 18 (12 seggi per
la Camera e 6 per il Senato).
Chi viene eletto
L'assegnazione
dei seggi avviene nel seguente modo: nei collegi uninominali
l'assegnazione spetta al candidato che ha ottenuto un maggior numero di voti,
mentre nei collegi plurinominali il riparto è fatto con metodo
proporzionale a livello nazionale tra le coalizioni di liste e le liste che
hanno superato le soglie di sbarramento.
A tal
proposito va detto che il Rosatellum-bis prevede (posto che i partiti possono
presentarsi da soli o in coalizione) uno sbarramento al 3% per le liste
singole e uno sbarramento al 10% per le coalizioni (ai fini del quale
non si computano tuttavia i voti dei partiti che non hanno superato la soglia
dell'1%).
Se una lista
fa parte di una coalizione ma non raggiunge il 3%, i voti che ha ricevuto
confluiscono in quelli del partito prevalente dell'alleanza.
Se un deputato
è eletto in più collegi plurinominali, il collegio nel quale sarà
proclamato è quello in cui la sua lista ha ottenuto la minore percentuale di
voti validi rispetto al totale dei voti validi del collegio, mentre se è
eletto in un collegio uninominale e in uno o più collegi plurinominali sarà
proclamato nel collegio uninominale.
Infine va
detto che il candidato che verrà eletto in un collegio maggioritario manterrà
il suo seggio anche se appartiene a un partito escluso dalla ripartizione
proporzionale.
Quote di genere e
altri aspetti della legge elettorale
Per avere un
quadro completo della legge elettorale, occorre poi considerare che per la
Camera la ripartizione dei seggi tra le liste nei collegi proporzionali
avviene su base nazionale, mentre per il Senato è fatta su base regionale.
Le pluricandidature
nei collegi plurinominali potranno essere al massimo cinque.
Infine nei
collegi uninominali nessuno dei due generi potrà essere rappresentato in
misura superiore al 60% e la stessa quota massima va rispettata anche a
livello regionale per i collegi plurinominali.
Come si vota
Operativamente,
gli elettori avranno a disposizione una sola scheda (rosa) per la Camera e,
se hanno più di 25 anni, una scheda (gialla) per il Senato. In Lombardia e
Lazio i cittadini riceveranno anche una terza scheda per le regionali.
Come è fatta la scheda elettorale
Lasciando da
parte le elezioni regionali, ogni scheda elettorale sarà divisa in più aree,
ognuna corrispondente a un partito o a una coalizione. In ciascuna area
sarà poi inserito un rettangolo con il nome del candidato di partito o di
coalizione nel collegio uninominale del luogo di residenza, sotto al quale
saranno riportati, poi, uno o più simboli di partiti accanto ai quali sono
indicati i nomi dei candidati del partito per il collegio proporzionale.
Come compilare la scheda elettorale
Per ogni
scheda, l'elettore potrà quindi esprimere (tracciando come di consueto una x) al
massimo due voti: uno per il candidato nel collegio uninominale e uno per
uno dei partiti che lo sostengono.
Ciò vuol
dire che è anche possibile che il partito preferito dall'elettore non abbia un
proprio candidato nel collegio uninominale ma sostenga il candidato di un altro
partito della coalizione.
Non sono
previste preferenze, con la conseguenza che i listini presentati dai partiti
sono bloccati e non è possibile barrare con una x sia il partito che il nome
di uno dei candidati nel collegio proporzionale. La lista dei nomi,
insomma, è solo un'informazione in più.
Non è
possibile, poi, neanche il voto disgiunto, con la conseguenza che non si
potrà scegliere il candidato del collegio uninominale e poi votare una lista di
una coalizione differente, pena l'annullamento della scheda.
È invece
ammesso decidere di esprimere un solo voto e quindi, o votare solo il
candidato del collegio uninominale o votare solo uno dei partiti indicati nella
parte della scheda elettorale relativa ai collegi proporzionali. Nel primo
caso, il voto, insieme agli altri dello stesso tipo, viene distribuito tra le
liste che appoggiano quel candidato in proporzione ai voti che ciascuna delle
liste ha ottenuto nelle diverse sezioni del collegio uninominale; nel secondo
caso il voto si estende automaticamente anche al candidato del collegio
uninominale che è sostenuto dal partito prescelto.
Ripartizione dei seggi
All'esito
delle elezioni, i seggi saranno così ripartiti:
- per i collegi uninominali, il seggio spetterà al candidato che otterrà anche un voto in più rispetto agli altri,
- i restanti seggi saranno assegnati con metodo proporzionale, ovverosia dando a ogni lista un numero di parlamentari in proporzione al numero di voti ottenuti nei collegi seguendo l'ordine in cui compaiono i nomi nella scheda.
https://www.studiocataldi.it/articoli/29062-elezioni-4-marzo-guida-pratica-al-voto.asp