venerdì 9 ottobre 2020

ALCOOL E ALCOLISMO

 La dipendenza alcolica è caratterizzata da un comportamento ossessivo di ricerca compulsiva di bevande alcoliche e da assuefazione e tolleranza. Per raggiungere un determinato effetto desiderato l’individuo è costretto a bere quantità sempre maggiori di bevande alcoliche. Secondo le principali Agenzie Internazionali di salute pubblica, l’alcol è una sostanza tossica e cancerogena.


 

Pur rappresentando una sostanza giuridicamente legale, l’alcol è una sostanza psicotropa che, se assunta a dosi elevate, può portare alla dipendenza. Le bevande alcoliche, soprattutto il vino, sono un prodotto largamente utilizzato nel nostro Paese e il loro consumo è parte integrante della cultura e della tradizione italiana, pertanto è necessario contenere i rischi e i danni di salute e sociali correlati al consumo di bevande alcoliche responsabilizzando la popolazione nella quantità e nella modalità di assunzione degli alcolici.

 

Infatti, oggi nei documenti di consenso, nelle Linee Guida più moderne non si usano più termini come “consumo moderato”, “consumo consapevole” o simili, che potrebbero indurre il consumatore in una certa indulgenza nel bere alcolici, ma si parla di consumi a basso rischio, specificando che se non si consumano bevande alcoliche, di qualsiasi tipo esse siano è senza dubbio meglio.

Le nuove indicazioni italiane definiscono a basso rischio un consumo di:

·       2 unità alcoliche per l’uomo adulto

·       1 unità alcolica per donne adulte e anziani di entrambi i sessi.

L’unità alcolica (12 grammi di alcol etilico) corrisponde alla quantità di alcol contenuta in:

·       un bicchiere piccolo (125 ml) di vino di media gradazione

·       una lattina (330 ml) di birra di media gradazione

·       un bicchierino (40 ml) di superalcolico.

Ogni unità alcolica consumata apporta mediamente 70 kcal, prive di qualsiasi contenuto nutritivo se non il potere calorico, di cui bisogna tenere conto, anche in vista del crescente aumento di eccedenza ponderale.

La legge 8 novembre 2012 n.189 vieta la vendita e la somministrazione ai minori di 18 anni.

Inoltre, occorre considerare la modalità di assunzione delle bevande alcoliche che contribuiscono, oltre alle quantità assunte, ad innalzare i rischi per la salute e i rischi sociali, ad esempio:

·       il bere lontano dai pasti o il bere quantità di alcol eccessive in una singola occasione

·       il consumo in occasioni o contesti che possono esporre a particolari rischi, quali la guida o il lavoro

·       la capacità di smaltire l’alcol rispetto al genere e all’età della persona.


Secondo le principali Agenzie Internazionali di salute pubblica, l’alcol è una sostanza tossica e cancerogena, tanto che la IARC(International Agency for Research on Cancer) lo classifica nel gruppo 1 (sicuramente cancerogeno per l’uomo). 
        Il suo consumo prolungato e cronico è associato quindi ad aumentato rischio di cancro e non è possibile stabilire una quantità assolutamente sicura. Ciò a sottolineare che quando si tratta di bevande alcoliche, non può esistere un rischio pari a zero e qualsiasi modalità di consumo comporterà un rischio, tanto più elevato quanto maggiore sarà la quantità di alcol consumata.

      L’alcolismo è una malattia cronica caratterizzata da alterazioni comportamentali, fisiche e psichiche causate dal consumo continuativo o periodico di quantità elevate di alcol.

 

Gli effetti dell'alcolismo interferiscono pesantemente con la salute della persona e con la vita lavorativa, relazionale e sociale.

      

         La dipendenza alcolica è caratterizzata da un comportamento ossessivo di ricerca compulsiva di bevande alcoliche (tipica la necessità di bere al mattino, appena svegliati) e da assuefazione e tolleranza (per raggiungere un determinato effetto desiderato dall’individuo è costretto a bere quantità sempre maggiori di bevande alcoliche). Anche per l’alcoldipendenza, come per qualunque tossicodipendenza da droghe illegali, la brusca interruzione del consumo di alcol causa la sindrome da astinenza caratterizzata da tachicardia, tremori, nausea e vomito, agitazione, allucinazioni, convulsioni.

L’alcol è causa di patologie e problematiche correlate anche quando il suo consumo non è arrivato al punto da poter definire “alcolista” un individuo.

         Si parla per esempio di consumo rischioso o dannoso di bevande alcoliche quando le quantità di alcol consumate possono esporre la persona o i terzi ad un pericolo o un rischio per la salute o la sicurezza, giungendo ad interferire sul regolare svolgimento della vita sociale, lavorativa o scolastica, a condizionare negativamente l’integrità delle capacità individuali, come quelle necessarie ad affrontare potenziali situazioni di pericolo (ad esempio prima di mettersi alla guida), a provocare in chi lo consuma problemi con la legge. Non esistono quantità considerabili “sicure” di consumo alcolico e maggiore il consumo , maggiore è il rischio per salute e sicurezza.


L’alcol è causa di patologie e problematiche correlate anche quando il suo consumo non è arrivato al punto da poter definire “alcolista” un individuo.

                  L’alcol deprime il sistema nervoso centrale, riduce i freni inibitori e influenza pensieri, emozioni e capacità di giudizio. Può causare dunque problemi di vario grado di gravità che coinvolgono non solo il soggetto ma anche la sua famiglia e la società (ad esempio in caso di incidenti stradali o di atti di violenza).

Per approfondire:

         tutte le Relazioni al Parlamento sull'alcol

         la scheda Alcol

         la scheda Alcol e guida, calcolo del tasso alcolico nel sangue

         l'area tematica Alcol e alcoldipendenza

                  tutte le campagne di comunicazione sull'alcol

 

         Un eccesso di alcol deprime il sistema nervoso centrale; il linguaggio diventa impastato e rallentato, si perde la coordinazione dei movimenti, si perdono i freni inibitori e la capacità di giudizio. Questo può causare incidenti stradali, episodi di violenza familiare, crimini violenti. I sintomi possono essere progressivamente sperimentati a partire da quantità moderate di alcol e variano da persona, a persona in funzione di sesso , età, condizioni di stomaco pieno o di digiuno.

         L’alcolismo è sempre accompagnato dalla comparsa di tolleranza, cioè dalla necessità di bere sempre di più, per ottenere un determinato effetto desiderato e inevitabilmente da  sindrome da astinenza alla cessazione dell’assunzione di alcol, con diverse manifestazioni a seconda del tempo passato dall’ultima ingestione.

I diversi stadi della sindrome da astinenza alcolica

Stadio I (inizia dopo 6-12 ore dall’ultima ingestione)

lieve agitazione, ansia, irrequietezza
inappetenza
tremori
insonnia
sudorazione
ipertensione
tachicardia

 


 

 

Stadio II: inizia 24 ore dopo l’ultima assunzione

allucinazioni uditive, tattili e olfattive (l’alcolista in astinenza tipicamente vede piccoli insetti e vermi che camminano sui muri o sulla sua pelle; arriva a ‘sentirseli’ camminare addosso)

Stadio III (compare dalle 6 alle 48 ore dalla sospensione di alcol)

ai sintomi del I-II stadio si possono aggiungere convulsioni (40% singole, 3% stato epilettico)

Stadio IV o Delirium Tremens (compare 2-3 giorni dopo la sospensione dell’alcol ma l’esordio può avvenire fino a 10 giorni dell’assunzione di alcol se sono coinvolte altre sostanze)

Ai sintomi degli stadi precedenti, si aggiungono:
profonda confusione
disorientamento
ipertermia
ipertensione
frequenza cardiaca rapida
allucinazioni visive e uditive
Il Delirium Tremens rappresenta un’emergenza medica e presenta una percentuale di mortalità di circa il 20% se trattato, di oltre il 30% se non trattato.

 

Liberamente tratto da:

http://www.salute.gov.it/portale/salute/p1_5.jsp?lingua=italiano&id=86&area=Disturbi_psichici