martedì 30 settembre 2025

LA FLOTTILLIA E IL RISCHIO DEL BARATRO, SIMBOLI, REALTA', ILLUSIONI

 Un singolo incidente, una vittima civile, un’esplosione di violenza registrata dalle telecamere, potrebbe incendiare l’opinione pubblica mondiale e innescare reazioni a catena. Nelle guerre contemporanee l’immagine pesa quanto, se non più, della forza militare. Immaginiamo lo scenario peggiore: un attacco, vittime civili, immagini in mondovisione. L’Italia scossa, il governo costretto a reagire, Israele che difende la legittimità delle sue azioni, l’Europa divisa, le piazze che si riempiono. Sarebbe un terremoto politico globale, forse l’innesco di una nuova fase del conflitto mediorientale.


 Carla Napolitano, 29.9.25

C’è un’immagine che ritorna spesso nella storia: quella di navi che sfidano un blocco, che tentano di forzare un confine invisibile sul mare. Non è soltanto la cronaca di un convoglio ma l’eterna rappresentazione della tensione tra diritto e forza, tra ideale e calcolo geopolitico. Oggi questa immagine prende forma nella flotilla diretta verso Gaza. Queste imbarcazioni, come sappiamo, con a bordo attivisti internazionali, tra cui italiani, determinati a consegnare aiuti umanitari sfidando apertamente l’embargo imposto da Israele.

Il punto non è solo se gli aiuti arriveranno o meno. Il punto è cosa accadrà nel momento esatto in cui la linea del blocco verrà varcata.