Napoli, terra
meravigliosa. Ricca di inventiva e creatività. Eccentrica ed insolita, nel suo
atipico fervore culturale riesce a dar vita ad usi e costumi irresistibili,
introvabili in qualunque altra parte del mondo.
Tra le pratiche e le usanze del passato,
oramai andate scomparse, ne troviamo una particolarmente affascinante per
simpatia e stravaganza. "A sigaretta co ’o sfizzio!".
Coloro che hanno particolare dimestichezza con la cultura partenopea sapranno
già di cosa stiamo parlando. La “sigaretta con lo sfizio” entrò a far
parte dei costumi napoletani verso la fine dell‘800 ed in particolare con
l’emergere del fenomeno del contrabbando.
Nell’immediato dopoguerra, infatti, in cui il
contrabbando divenne unica fonte di sostentamento per centinaia di famiglie
napoletane martoriate dalla guerra (così come raccontato magistralmente da
Eduardo de Filippo in una delle sue commedie più famose: “Napoli Milionaria”)
si assistette ad un ritorno vigoroso di questa eccentrico fenomeno.
Le strade della
città pullulavano di bancarelle piene di sigarette di ogni tipo e marca e
dietro ad ogni banchetto, donne procaci e prosperose. La gestione “del banco”
era infatti ad appannaggio esclusivo della donna che, sicura di non
poter essere perquisita dalla Guardia di Finanza, era solita nascondere
la merce sotto i vestiti. Uno dei posti ritenuti (forse ancora oggi) tra i più
pratici e sicuri: il seno.
Ma quando l’esigenza
del momento dettava l’utilizzo di un maggior numero di nascondigli, ecco che il
corpo della donna si trasformava in una vera e propria alcova. Sigarette
tra le calze, intorno alla vita, in tasche cucite per l’occasione nelle
sottovesti, lungo la vita fin dietro alle natiche.
La clientela, per
ovvie ragioni dettate dalla cultura maschilista e repressiva dell’epoca,
formata esclusiva da pubblico maschile, trovava l’intera faccenda
estremamente audace e sensuale. I più benestanti erano soliti perciò
chiedere alle donne ferme al banco di acquistare il pacchetto di sigarette
prendendolo direttamente dal posto in cui la donna lo teneva nascosto.
In base ai gusti e
alle preferenze dei clienti, la donna lasciava che l’uomo infilasse le proprie
mani nel petto, sotto la gonna, tra le natiche o sotto le calze, ammiccando
ad ogni palpatina.
Da qui nasce la “sigaretta
con lo sfizio”, pratica ritenuta oggi impensabile vista l’emancipazione
femminile, eppure funzionale alla cultura e alla società dell’epoca che
permetteva agli uomini (in particolar modo a quelli benestanti che per
ricorrere allo sfizio dovevano pagare un sovrapprezzo) di concedersi il lusso di
un piccolo e audace momento di svago.
(www.vesuviolive.it)